Il coraggio di ricominciare: questo il messaggio del comitato direttivo dell’Azienda speciale Fiere di Santa Lucia di Piave riunitosi dopo l’emergenza Covid19. Spiega l’amministratore unico Alberto Nadal: “Nel rispetto delle regole più aggiornate di prevenzione e precauzione e in base all’evolversi del contagio intendiamo fare tutto il possibile per riprendere eventi e attività che negli ultimi anni hanno registrato un successo crescente. Prima fra tutte, la grande Fiera agricola di dicembre dalle tradizioni più che millenarie: se sarà il caso si svolgerà solo in esterno, ma ce la metteremo tutta per portare a compimento anche l’edizione di quest’anno, la 1360”.
Il coraggio del Sindaco per la Fiera
“La Fiera di Santa Lucia” – conferma il sindaco Riccardo Szumski – “è prima di tutto una festa di popolo di tutto il territorio, cui non vogliamo rinunciare. Ma ci preme in particolar modo dare un segnale di fiducia al nostro mondo produttivo, che non deve essere ulteriormente penalizzato da una emergenza che non ha più motivo di essere”.
Il coraggio di ripartire da una fiera
L’Aefi (Associazione esposizioni e fiere italiane), di cui Santa Lucia Fiere fa parte, stima in 60 miliardi di euro l’anno il valore economico per le oltre 200.000 aziende espositrici, con un incremento del 50% delle esportazioni determinato dalla presenza in manifestazioni fieristiche. Proprio Aefi ha promosso e ottenuto il finanziamento agevolato, appena attivato dal Gruppo Simest, che copre fino al 100% delle spese degli espositori per partecipazione a fiere e mostre. Anche la Regione Veneto ha recentemente assegnato con un bando a imprese artigiane e industria contributi a fondo perduto fino al 50% per la partecipazione a fiere internazionali come quella di Santa Lucia.
L’intervista
L’antica Fiera Agricola di Santa Lucia di Piave si tiene di solito prima delle festività natalizie. Una “tre giorni” importante per il mondo dell’economia e della piccola e media impresa. Un appuntamento che ricopre una risonanza nazionale per il settore dell’agricoltura, che dal 2008, nonostante la crisi che ha colpito duramente le imprese del manifatturiero del Nordest ha sempre tenuto. Sull’appuntamento www.enordest.it ha intervistato l’amministratore unico della Fiera, Alberto Nadal, 36 anni.
I numeri dell’edizione 2019 della Fiera parlano chiaro: oltre 100.000 visitatori, più di 300 gli espositori, oltre 55.000 metri quadrati di esposizione all’aperto, 400 bancarelle. Da osa dipende questo successo?
“La nostra manifestazione è un valore per il territorio. Questa fiera ha un’antica tradizione ma diventa, anno dopo anno, sempre più innovativa. In questi anni stiamo parlando di sostenibilità non solo in termini relativi al prodotto più o meno biologico, ma a 360°. Per proporre soluzioni innovative che migliorino le nostre produzioni, tutelando maggiormente l’ambiente e lo stesso agricoltore che nell’ambiente vive e lavora ogni giorno. Innovazione e sostenibilità sono i punti cardine di questa edizione della Fiera”.
Condifesa sta portando avanti con coraggio un lavoro esemplare a tutela dell’agricoltura. Ma la Fiera di Santa Lucia porta sempre un valore aggiunto. Anche grazie ad una convegnistica qualificata, rivolta non solo agli agricoltori…quest’anno un bel coraggio…
“La convegnistica di alto livello è stata concordata con un Comitato scientifico che raccoglie il meglio del mondo agricolo tra esperti, accademici e produttori. Coldiretti sarà sempre al nostro fianco per garantire qualità e autorevolezza a tutte le nostre iniziative. Su innovazione e sostenibilità non abbiamo certo improvvisato. C’è un percorso delineato da anni che perfeziona sempre di più l’informazione e la formazione su agricoltura di precisione. Creazione di vitigni resistenti, robotica, utilizzo di droni sempre più innovativi. E, di recente, l’utilizzo dei ‘bollettini digitali’ che rappresentano uno strumento pensato non solo per gli agricoltori di oggi, ma anche e soprattutto per quelli di domani”.
L’anno scorso le Colline di Conegliano e Valdobbiadene hanno ottenuto il riconoscimento di Patrimonio dell’Umanità Unesco. Cosa significa questo per la confinante realtà di Santa Lucia di Piave?
“Per noi rappresenta uno sprone a completare tutte le strutture e infrastrutture di cui necessita il grande indotto turistico che il riconoscimento Unesco comporta anche per il nostro territorio. I 70 milioni di presenze turistiche che il Veneto conta ogni anno sono sempre più orientate, oltre che al litorale, alla scoperta delle eccellenze dell’entroterra. E i territori limitrofi al nostro ‘Fiume sacro alla Patria’ hanno, da questo punto di vista, potenzialità immense”.