È nata prima la parola o la lettera? Prima l’uovo o la gallina? Di certo l’idea arriva prima. Concetto illuminante quello espresso da Lorenzo Marini. L’artista che ha ideato il Manifesto per la liberazione delle lettere ci sorprende sempre con la sua visione fantastica di bellezza e comunicazione.
Lorenzo Marini dopo la antologica
Dopo la preziosa antologica alla Bevilacqua La Masa “Dal silenzio alla Parola” l’artista multidisciplinare è tornato nella sua amata Venezia per uno speech ai Giardini, presentando l’opera inedita BiennalType, simbolo della manifestazione veneziana e utilizzata per tutti i manifesti.
Lorenzo Marini e la Biennale
La Biennale di Venezia ha fatto propria la TypeArt di Marini rendendola simbolo di eventi importanti. Biennaltype è diventata annuncio e manifesto per la comunicazione del programma di Aperture straordinarie. Lanci degli appuntamenti e promozione saranno ben visibili grazie anche ai grandi formati 100×140, animazioni video per stazioni e aeroporti e applicazioni on-line.
Dove
Teatro degli incontri il Padiglione Venezia, che fino al 31 dicembre si offre al pubblico con delle aperture straordinarie curate da Giovanna Zabotti. Blasonati protagonisti del mondo della musica, Diodato e Mogol, del cinema, teatro e televisione, Ferzan Ozpetek, Alessio Boni, Gioele Dix. L’artista Fabrizio Plessi, il designer Aldo Cibic, l’architetto e designer Michele De Lucchi, l’imprenditore Riccardo Illy. Personaggi che nell’opera di Marini si trasformano in lettere armoniosamente liberate come un frattale.
Lorenzo Marini e il suo manifesto
L’opera di Marini è una lastra in acciaio specchiato con 25 type scelti per raccontare la Biennale di quest’anno così anomalo. Una strepitosa contaminazione dove le lettere diventano opere d’arte e l’opera d’arte diventa manifesto. La scelta dell’acciaio specchiato è un doveroso omaggio a Venezia, città doppia. Le lettere liberate dell’artista hanno la solennità gioiosa dell’arcobaleno.
Chi è Lorenzo Marini
Originario di Monselice, Marini affascina con la sua TypeArt, corrente che celebra la bellezza estetica delle lettere. Talento completo e sorprendente il suo. Artista multidisciplinare, nella sua carriera come art director annovera oltre 300 premi nazionali e internazionali, un Leone d’Oro a Cannes al Festival Internazionale della Pubblicità per la campagna Agnesi del 1985. Nel 2017 è alla Biennale d’Arte di Venezia dove lancia le sue opere tridimensionali. Ha inventato slogan che sono entrati nel linguaggio e nella mente di tutti noi: “Non so voi, ma io bevo Aperol… Silenzio parla Agnesi…”.
Guida agenzie a Milano, New York, California, grande viaggiatore con un amore infinito per Venezia. Importante guida il suo maestro Emilio Vedova.
Il futurismo
La sua avventura stilistica passa anche attraverso il futurismo “Il futurismo ha costretto il cubismo a diventare colorato” racconta. Illuminante il riferimento a Fortunato Depero. Siamo d’accordo con lui nell’apprezzare lo stile di questo autore dall’anima futurista.
Il mio incontro con Lorenzo Marini
Ricordo la bella mostra organizzata al Museo Correr nel 2008. I bellissimi manifesti creati da Depero hanno ben cento anni ma possiedono una grande forza innovatrice. Del resto, il suo aforisma celebre è: “Quando vivrò di quello che ho pensato ieri, comincerò ad avere paura di chi mi copia”. Insomma, ha ragione Marini, l’dea arriva sempre prima e, aggiungiamo, viaggia velocemente e dobbiamo precederla.