Abbiamo intervistato Marco Sitran, candidato sindaco alle amministrative di Venezia. Avvocato, da anni si batte per l’autonomia di Mestre e Venezia, è stato tra i fautori dell’ultimo referendum, ribaltando la sentenza del Tar del Veneto. Ma per lui la battaglia non è ancora finita.
Sitran, com’è questa campagna elettorale, certo la più anomala della storia repubblicana?
“Una campagna elettorale estiva, contraddistinta dal distanziamento sociale e dal mancato confronto elettorale del sindaco uscente Luigi Brugnaro, che si ricandida con il centrodestra unito”.
Quanto ha impiegato a decidere la candidatura?
“Sono stato l’ultimo a candidarmi: fino alla fine ho provato a unire tutte le forze autonomiste in una grande coalizione civica, ma non è stato possibile per i tanti protagonismi e/o per calcoli personali. Un vero peccato non aver fatto sintesi elettorale tra i promotori del referendum del 1 dicembre scorso”
Sitran, cosa propone il suo schieramento per Venezia e terraferma?
“Mestre è una città senza alcuna identità. Vive e si sviluppa in modo disorganico all’ombra di Venezia, nonostante abbia il quadruplo dei suoi abitanti. Ha un enorme potenziale, cuore pulsante della città metropolitana, per la sua posizione invidiabile al cento di vari corridoi europei e la sua vocazione di centro direzionale e commerciale. Il terzo aeroporto e la nona stazione ferroviaria in Italia. Ha avuto 11 sindaci fieno al 1926, quando venne annessa al Comune di Venezia in funzione della zona industriale che stava nascendo in Laguna”.
Resta sempre il problema di Mestre e della terraferma, trascurato e riemergente anche con vocazione autonomista?
“La nostra lista si distingue dalle altre: tre realtà diverse per storia e tradizioni, Mestre, Venezia e Marghera, intimamente connesse per legami e relazioni consolidate, oggi centri distinti di un unico Comune che necessitano di politiche differenziate per soddisfare i loro bisogni (mobilità, casa, lavoro, tempo libero, ambiente), nell’ambito di una Città Metropolitana (la ex Provincia), relegata oggi in un cassetto, che sappia attrarre gli ingenti fondi europei per tutte le infrastrutture necessarie alla riqualificazione ambientale del territorio. Con noi in Consiglio comunale le cose potrebbero dunque cambiare, e di molto. Io non mollo, e lo sto dimostrando da 10 anni di incessanti battaglie per l’autonomia amministrativa di Venezia e della Terraferma: il primo fondamentale passo affinché Venezia possa acquisire lo status di Città Stato Laboratorio dell’Umanità. Con ovvi, conseguenti benefici anche per Mestre e Marghera”.
In che cosa la vostra lista è diversa dalle altre?
“Brugnaro non ha fatto nulla, a parte il timido miglioramento dei conti pubblici dovuto, in buona parte, a finanziamenti statali. Non ha mantenuto le promesse, ha tradito i patti elettorali bloccando il referendum per l’autonomia di Venezia e della Terraferma, non ha in alcun modo saputo gestore i flussi turistici, né ha saputo attrarre nuovi residenti e imprese di qualità alternative al turismo. E’ stato anche assessore alla cultura, senza aver mai promosso nulla di buono. Tra le cose buone la raccolta differenziata della spazzatura in Venezia insulare, così come l’aver coperto la voragine del Lido, di fronte al Casinò”.
Sitran, cosa vi aspettate dalle urne?
“Che le civiche, come la nostra, risultino determinanti al ballottaggio. Non vogliamo per altri cinque anni lo sfruttamento al massimo della nostra Venezia per fini turistici. Io da dieci anni combatto per l’autonomia di Venezia. Posso, dunque, a ragion veduta, affermare che gli altri sono solo “chiacchiere e distintivo”. Parlano di autonomia tra Mestre, Venezia e Marghera senza mai aver mosso un dito in prima linea. Soprattutto nelle aule di tribunale”.