Con gli emendamenti alle norme del Superbonus 110% si è creato un vero e proprio pasticcio per chi abita nei centri urbani. In particolare l’art. 10, che dovrebbe semplificare le procedure e gli interventi per la rigenerazione urbana dei centri storici, ne aumenta la burocrazia. Gli emendamenti pongono infatti dei vincoli alla demolizione e ricostruzione nelle zone A, perimetro che coincide con le città storiche. La norma comporta, quindi, la paralisi pressoché integrale degli interventi nei centri storici in attesa delle leggi regionali di adeguamento ai “criteri fondamentali” e dell’adeguamento degli strumenti urbanistici comunali alle leggi regionali.
Il rischio per gli imprenditori e il superbonus
E il rischio è di rendere meno attrattivo il Superbonus 110% in determinate aree del Paese, che ne avrebbero bisogno. Tutto nasce da un fraintendimento, non aver capito cosa abbiamo segnalato noi imprenditori. Con le ultime modifiche vengono inserite una serie di vincoli insormontabili per gli interventi, ciò comporta un allungamento dei tempi per l’apertura dei cantieri. È senza ombra di dubbio un macigno per la rigenerazione dei nostri centri storici, che non ha solo una valenza economica ed urbanistica, ma ha anche un valore sociale.
La speranza
Spero che il governo intervenga sulla norma quanto prima .La nostra associazione di costruttori aveva chiesto una semplificazione, ma è stato fatto l’opposto. I complessi nei centri storici con decenni di vita, che non hanno un valore architettonico e non sono vincolati vanno abbattuti e ricostruiti. E tale intervento non deve passare attraverso la Sovrintendenza: un conto è il Colosseo, altra cosa sono le case Ater degli anni 60.
Superbonus ed edilizia
Purtroppo il nostro settore è in grossa crisi. Parlo dal mio punto di vista, lavorando anche in più regioni, dopo la crisi economica del 2008 e adesso il Covid, il nostro settore ha subito e sta subendo una grossa crisi. I fornitori non pagano, e se lo fanno, lo fanno con enorme ritardo. Ecco perché molti miei lavori sono attualmente bloccati. Il boom delle costruzioni si è verificato negli anni Sessanta e Settanta. Adesso forse qualche apertura si vede. Molti politici stanno indicando il settore come la leva economica per far ripartire l’economia e questo sarebbe certamente una bella notizia. Ma per farlo abbiamo anche bisogno dell’aiuto dello Stato e di finanziamenti che ci permettano di lavorare con continuità. Anche perché siamo responsabili dei nostri lavoratori e delle loro famiglie. Come imprenditore sono stanco di farli lavorare a turni o in cassa integrazione. Ho fatto degli investimenti perché sono loro la mia vera ricchezza.
Superbonus e centri storici
Se poi dobbiamo lavorare su centri urbani vincolati (cosa frequente soprattutto in regioni come Veneto, FVG e Trentino), allora la disposizione “incriminata” produce sin dalla sua entrata in vigore, senza necessità di alcun ulteriore provvedimento normativo, un effetto assimilabile a quello che ebbe la “Legge Galasso” di metà anni 80, che introdusse a livello normativo una serie di tutele sui beni paesaggistici e ambientali molto stringenti. Questi emendamenti sono un ritorno al passato quando ancora non si parlava di rigenerazione, mentre oggi questa non è più un’opzione, ma una necessità.
I centri e non solo hanno bisogno di interventi per non rappresentare un pericolo anche dal punto di vista della sicurezza e dell’impatto ambientale. In termini concreti gli emendamenti rischiano di consegnare i centri storici e ampie zone urbane all’incuria e all’abbandono.
Superbonus e burocrazia
Sul tema della burocrazia per il Superbonus 110% il giudizio sulla norma non è negativo. Occorre l’intervento di tecnici iscritti all’albo e i lavori vanno affidati ad aziende che garantiscano storia e professionalità. La nostra preoccupazione è che ci siano aziende che si improvvisano, screditando il settore.
Cosa fare e il sogno nel cassetto
Adesso bisogna fare di necessità virtù e sapersi anche diversificare. Ecco perché alla soglia dei 60 anni sto realizzando quello che definirei il sogno della mia vita. Forse l’ultimo progetto prima di andare in pensione: il Tempio del Rock. Di cosa si tratta? Del primo e unico Museo dedicato al Rock italiano. Il progetto è in lavorazione e stiamo procedendo con i lavori. Abbiamo già l’accordo con il Comune di Zocca, città natale di Vasco Rossi, quindi una sorta di omaggio a quello che viene considerato il più grande rocker italiano, ma io voglio fare in modo che ogni fan possa passare del tempo con il proprio cantante preferito per una canzone o la presentazione di un libro. Non dimentichiamo che l’Emilia Romagna ha dato i natali, tra gli altri, anche a Ligabue, Morandi, Cremonini, Nek, Guccini. Chiunque è il benvenuto, altrimenti che Tempio del rock italiano sarebbe?
Superbonus? Forse meglio la musica
Sono stati proprio gli artisti emiliani i primi ad appoggiare questo progetto molto ambizioso. Su tutti ovviamente il Blasco, che ne ha parlato anche sui social, pubblicando una foto di un trafiletto riguardante questo progetto. A dare il suo ok al progetto anche un popolare cantautore come Eugenio Finardi: «È una splendida idea e penso possa funzionare molto bene. Certo è una bella sfida. Ma credo che ogni cantante abbia il piacere di vedere centinaia di fans vicini a lui seduti per una volta per sentirlo parlare e non cantare. Scopriranno che dietro un cantante c’è sempre un uomo o una donna come loro. Conosco l’Accademia della Musica di Mogol, ma è la prima volta che si parla di un Museo del Rock italiano. Personalmente ho già dato la mia disponibilità ad esserci. Sarà un’esperienza nuova ed emozionante anche per me. Per cui posso solo dire che la storia della musica ha trovato la sua casa. E che sia a Zocca dove è nato Vasco è anche un doveroso omaggio». Ma non solo, anche Red Canzian, con il quale mi vedrò a breve, è molto interessato al progetto.
Enrico Carlotto
Enrico Carlotto di Mira, classe 1960 è uno dei più importanti costruttori edili della regione. Dal 1985 al 1992 amministratore delegato della società VRC Costruzioni-VeCon con la quale ha collaborato in tutta Italia. Nel 1986 ha depositato un Brevetto alla Camera di Commercio di Milano dal titolo: “diffusore atto a creare una barriera chimica contro l’umidità di risalita nelle murature” che viene tutt’ora utilizzato. Dal 1993 è amministratore delegato della Carlotto Costruzioni srl. Nel 2012 -2013, unico italiano, ha collaborato con il Centro Studi e Ricerche di Shanghai ad uno studio su di una sabbia finissima (naturale) con caratteristiche di Fotoluminescenza. Attualmente sta sperimentando una nuova vernice stradale (con caratteristiche luminescenti) che ha già presentato all’Ufficio Manutenzioni Strade del Veneto di Veneto Strade spa. Dal 2004 Membro dell’ “Osservatorio per la Salvaguardia della Laguna di Venezia” . Nel 2005 Presidente “Apindustria Riviera del Brenta –Ve”.