Andrea Colla è il presidente della Coldiretti di Venezia dal marzo 2018, l’associazione raggruppa 5000 aziende agricole. E’ imprenditore di una azienda agricola che produce barbatelle innestate che si trova a San Donà di Piave con terreni a Jesolo ed Eraclea. Laureato in agraria all’Università di Padova, Colla sta portando avanti il suo mandato deciso a far sentire la voce del mondo agricolo che anche negli anni più difficili della crisi economica iniziata nel 2008 è stato uno dei pochi settori ad incrementare l’occupazione. Con lui abbiamo parlato di vendemmia
Colla, settembre, la vendemmia è iniziata. Coma sarà in questo anno a dir poco d’emergenza?
“Sarà di qualità non di quantità. Una vendemmia permettetemi di definirla “pensierosa”, per sapere cosa ci aspetterà nel mercato mondiale del vino. Se dovesse tornare ol lockdown ci sarà l’abbassamento vendite, ma speriamo di no. E’ una ulteriore prova di forza per le nostre aziende ma dobbiamo essere fiduciosi perché siamo riusciti in passato a risollevarci pur dovendo far fronte a situazioni difficili”.
Purtroppo ci sono altri “nemici” alle porte: il clima pazzo divenuto ormai una costante, insetti che danneggiano le colture: non c’è pace per gli agricoltori…
“Le numerose grandinate dei giorni scorsi hanno flagellato i vigneti della Marca Trevigiana e del Veronese compromettendo diverse centinaia di ettari di vigneto. Quindi sicuramente questo clima senza mezze stagioni per noi è dannoso. Nonostante questi sconvolgimenti climatici e la diffusione di insetti nocivi e altre fitopatie o malattie delle piante riusciamo a garantire il reddito dei nostri agricoltori”.
Colla, ci spieghi che cosa avviene?
“Abbiamo a disposizione strumenti che compensano le perdite derivanti dalle avversità atmosferiche. Ciò grazie all’ottimo lavoro portato avanti dal presidente e dal direttore del Condifesa Veneto: Valerio Nadal e Filippo Codato. Quindi l’importanza delle assicurazioni e dei fondi mutualistici dei quali siamo pionieri a livello nazionale ne sono un chiaro esempio”.
Vi siete appena incontrati col presidente dei Sindaci della Costa Veneta, Pasqualino Codognotto, per portare avanti nuove formule di turismo legate ai prodotti tipici del nostro territorio veneziano…
“La priorità ai prodotti locali, l’importanza del chilometro Zero sulle spiagge, le eccellenze del territorio dalle località balneari all’entroterra in modo tale che il turista possa “gustarsi” in tutti i sensi le bellezze della nostra provincia ricca di corsi d’acqua di verde grazie anche alle sempre più richieste e praticate formule dello slow-tourism. Un territorio quello della Costa veneta che comprende circa 5mila piccole imprese agricole operative. Da parte nostra è emersa la piena volontà a collaborare mettendo assieme le sinergie legate al turismo e alla qualità dei prodotti che i nostri piccoli imprenditori sanno proporre. Portare le eccellenze dal campo alla tavole è fondamentale. L’asparago di Bibione o il carciofo di Sant’Erasmo, per fare due esempi, vanno proposte ai turisti in modo da abbinare un territorio ricco d’arte, di corsi d’acqua e bellezze naturali a quella che chiamiamo l’agri-cultura. Non dimentichiamo che la nostra Città Metropolitana conta oltre 30 milioni di presenze turistiche all’anno”.