Una delle istituzioni sportive più importanti del nostro territorio è sicuramente la Spes Mestre, società che negli ultimi anni ha fatto sbocciare i fiori del futuro della ginnastica italiana. Tra questi troviamo Stefano Patron, mestrino classe ’99, che, nonostante la giovane età, ha già ottenuto risultati importanti. Stefano studia ingegneria gestionale e il suo grande sogno è partecipare all’Olimpiade di Parigi del 2024, quando avrà venticinque anni e sarà nel pieno della sua prestanza fisica.
Stefano, la ginnastica artistica in Italia è oscurata dagli sport più popolari. Come sei entrato in questo mondo?
“Molto presto, da piccolo non stavo mai fermo ed ero sempre in movimento. Ho iniziato a fare nuoto ma, trovandolo monotono, chiesi a mia madre di cambiare sport. È stata lei infatti a portarmi nella palestra della Spes Mestre, avevo solo cinque anni”.
Essere un ginnasta richiede ovviamente una disciplina rigida nella vita di tutti i giorni. Quanto è importante trattare bene il proprio corpo?
“Tanto, devi imparare a conoscere il tuo fisico e a volte anche ad affidarti ad uno specialista che possa darti consigli su cosa sia meglio fare. Io stesso quattro anni fa, essendo in pieno periodo di crescita, sono stato seguito da una nutrizionista che mi ha aiutato a trovare un mio equilibrio e una dieta bilanciata. Prima ero comunque molto rigido nell’alimentazione e durante la settimana non esageravo mai per poi arrivare nel weekend a mangiare più di quello che dovevo, trovandomi così il lunedì in una forma fisica non ottimale. Adesso invece riesco a gestirmi da solo e quando sono in periodo di gara tendo a controllare maggiormente l’alimentazione, in modo da perdere un chiletto e arrivare alla competizione nelle migliori condizioni”.
Stefano quanto è stato inaspettato diventare, insieme a Filippo Castellaro e NicolòMozzato, campioni d’Italia al primo anno in A1?
“È stata una vittoria incredibile, frutto di un percorso lunghissimo. Nel 2015 abbiamo ottenuto la promozione in A2 arrivando secondi in Serie B, l’anno successivo abbiamo vinto l’A2 e nel 2017, al nostro primo anno nella massima serie, siamo diventati campioni d’Italia. Nel campionato erano presenti squadre storiche e forti, di conseguenza il nostro obiettivo iniziale era la salvezza. Con il passare del tempo abbiamo preso però fiducia e, arrivando primi nella prima tappa e secondi nella seconda, ci siamo resi conto che potevamo davvero farcela e abbiamo vinto anche le ultime due tappe, laureandoci così campioni.
Gli anni successivi invece non siamo riusciti a ripeterci, arrivando secondi nel 2018 e terzi nel 2019. Quest’anno invece siamo partiti bene e, prima che l’emergenza sanitaria attuale bloccasse tutte le competizioni, eravamo primi in campionato. Ad ottobre ci sarà comunque la prossima tappa e non ci resta che rimanere concentrati e sperare di ritornare a vincere!”
A proposito del Covid19, come è stata influenzata la tua stagione?
“Rispetto ad alcuni miei compagni sono stato fortunato, io infatti sono stato fermo soltanto un mese. Nel periodo iniziale della pandemia, essendo nel giro della nazionale, avevo il permesso di allenarmi in palestra poi, quando la situazione si è aggravata, mi sono portato a casa maniglie da cavallo, paralleli e altri attrezzi e ho allestito una palestra nel mio garage. Ovviamente sono saltati raduni e gare che dovevo fare con la nazionale, e questo mi è dispiaciuto molto, però ho avuto l’opportunità e il tempo di sistemare e perfezione elementi ed esercizi che erano ancora in fase di lavorazione. Mi torneranno utili nelle prossime gare”.
Stefano, a 21 anni hai già partecipato a tante manifestazioni importanti, quali ti hanno maggiormente formato e regalato più soddisfazioni?
“Una delle esperienze che mi ha più emozionato e formato è sicuramente l’Universiade svoltasi lo scorso anno a Napoli. Era un contesto che andava oltre la ginnastica stessa, essendoci tutte le altre discipline sportive, e l’atmosfera del PalaVesuvio era davvero calda e passionale. All’Universiade sono riuscito a portare a termine una gara corretta senza cadute o sbavature in tutte i sei attrezzi, questo mi ha dato un’iniezione di fiducia importante e mi ha fatto crescere. Anche se non siamo riusciti a portare a casa medaglie, arrivando quarti nel concorso a squadre dietro di pochissimi punti a Taiwan e Russia.
Il secondo posto alle Olimpiadi giovanili d’Europa in Georgia nel 2015. Dietro solo alla Gran Bretagna, è stata una competizione che mi ha formato tanto ed arrivare davanti a potenze come la Russia. Per noi che avevamo il solo obiettivo di disputare una buona gara, è stato un risultato fantastico. A livello personale non posso non ricordare il campionato assoluto del 2017 a Perugia dove, alla mia prima partecipazione, sono riuscito a diventare campione al cavallo con maniglia. C’erano i migliori ginnasti d’Italia e ho avuto l’onore di detronizzare un mito come Alberto Busnari. Capace di diventare campione italiano per ben diciotto volte consecutive, dal 1998 al 2016”.
Stefano, chi ti senti di ringraziare per il supporto datoti in questi anni dove hai già ottenuto risultati importanti?
“Tante persone, sicuramente i miei genitori che mi hanno sempre dato la possibilità di fare ciò che volevo. E sono da sempre i miei primi tifosi, seguendomi quasi sempre in ogni parte del mondo. Per me sono stati importanti, e lo sono tuttora, anche i miei allenatori e compagni della Spes Mestre. Con i quali vivo tante emozioni da quando ero piccolo. Una menzione speciale va però alla mia ragazza, Sofia, anche lei ginnasta, che mi capisce e condivide le mie stesse passioni. Abbiamo festeggiato da poco tre anni di fidanzamento e i risultati che ho raggiunto in questi ultimi anni sono anche merito suo”.