Roberto Lamantea inizia con questa “autopresentazione” la collaborazione col nostro settimanale. Lamantea è uno dei più sensibili intellettuali triveneti, giornalista, autore di raccolte di poesie premiate e di racconti nei quali le parole danno corpo ai sogni. L’ultimo suo libro è “Il bambino di seta” (Amos Edizioni).
Bambino di seta. C’era una volta
C’era una volta un bambino “difficile”. A giudicarlo difficile erano le persone importanti, quelli con la maiuscola: il Maestro, il Dottore, il Parroco, il Maresciallo, ma anche gli Zii e le Zie. Mamma e Papà non sapevano cosa fare con questo bimbo che si svegliava di notte, gridava, si isolava dal mondo e ascoltava la pioggia come si ascolta una bellissima pagina musicale. Quando aveva 10 anni, il bambino fu rinchiuso in un collegio a 1.250 metri sul Lago Maggiore. Vi rimase due anni. Anche là c’erano persone importanti: il Professore, il Prete Direttore, il Pepe, la Signorina L. Il bambino fu messo a dormire su assi di legno senza materasso né cuscino; al terzo piano di un misterioso edificio nel bosco di abeti gli facevano strani esperimenti.
Il bambino “strano”
Il bambino non voleva saperne di giocare a calcio con gli altri bambini; preferiva fantasticare e passeggiare nei boschi. Raccoglieva foglie e sassi dalle forme strane; scriveva poesie; passava ore a leggere i volumi illustrati dell’enciclopedia “Conoscere”. Il Professore e il Prete Direttore portarono via il quaderno dove aveva scritto le sue poesie e dissero a Mamma e Papà che un bambino, se invece di giocare a calcio scrive poesie, vuol dire che è malato.
Il bambino cresce e ama i gatti
Passano gli anni, si cresce, va all’Università, s’innamora, ma continua a leggere, sognare, ascoltare la pioggia. Si lascia cullare dai ricordi d’infanzia. Adotta un gatto e quel meraviglioso amore felino aiuta l’ex bambino a capire le mille solitudini degli altri, la bellezza e infinita fragilità del mondo.
E l’amore per il gatto diventa un libro
E’ “Il bambino di seta”, il mio ultimo libro. Dopo cinque raccolte di poesie e un racconto, “Verde notte”, torno alla narrativa. Lo pubblica Amos Edizioni di Mestre di Michele Toniolo, che oltre che editore è uno dei miei amici più cari. È anche un libro sulla pedagogia repressiva degli anni Sessanta, la ribellione alla violenza, il valore del sogno. E il valore delle parole che ai sogni danno corpo.
L’ho letto ed bellissimo, sono onorata di aver passato 5 anni di liceo in banco con Roberto.
Ho letto il libro ed è bellissimo. Sono onorata di aver passato 5 anni di liceo in banco con Roberto.