Mauro Numa, campione olimpico e campione del mondo nella disciplina del fioretto, fa parte di quella generazione di talenti che, grazie al Circolo Mestre e al maestro Livio Di Rosa, ha rivoluzionato il mondo della scherma e ha dato il via ad una tradizione nazionale che ci vede ancora padroneggiare nel mondo. Nel territorio padovano Numa ha fondato di recente, nel 2017, una scuola che sta avendo già successo, a testimonianza che la scherma è un movimento in continua crescita.
Mauro Numa, come inizia il suo rapporto con la scherma?
“Ai miei tempi la scherma non era molto diffusa e si iniziava a praticarla solo grazie ad un amico o un parente, oggi invece è diventato uno sport molto più considerato. Portiamo tante medaglie sia alle olimpiadi che ai mondiali e, soprattutto con un coinvolgimento notevole di social, televisione e giornali, ci sono molte più occasioni di conoscere la scherma. Io iniziai quasi per caso, avevo 7 anni e i miei genitori mi portarono in un palazzetto di una polisportiva in Via Olimpia a Mestre, notai questo sport e mi affascinò subito. Da ragazzino vedevo la scherma come un gioco, mi piaceva”.
Lei dunque ha iniziato molto presto ed è in questo mondo da tanti anni. Ha visto dei cambiamenti nella scherma?
“Tantissimi, adesso la scherma è diventata molto più dinamica e atletica. Quando la praticavo io ci si concentrava molto di più sulla tecnica e la preparazione fisica veniva messa un po’ da parte. Una scherma così in questi tempi invece non potrebbe esistere, gli schermidori alti e grossi sono numerosi. Questa è comunque la fotografia generale di tutti gli sport, guardo il calcio e vedo dei giocatori grossi e velocissimi, lo stesso vale per il tennis, in molti arrivano a fare dei servizi a 200 Km/h. L’aspetto fisico è diventato preponderante rispetto a quello tecnico”.
Una delle figure più importanti per la sua carriera è stata quella di Livio Di Rosa, maestro di un gruppo, quello del Circolo Mestre, e di una scuola che hanno rivoluzionato la scherma. È con lui che è diventato il campione Mauro Numa
“Il maestro Di Rosa è stato il precursore della scherma moderna, andava contro i modelli classici e per questo gli venivano mosse diverse critiche ma ha rivoluzionato davvero questo mondo, la sua scuola infatti è stata copiata in Italia e anche all’estero. Inventò un modo di tirare diverso ed oggi se si tira così è merito suo. Quando allenava non aveva un metodo fisso da imporre a ciascuno del gruppo, lui si concentrava sulle qualità di ogni schermidore ed era capace di estrapolarle, facendoci esaltare e creando un modo di tirare consono al proprio carattere. È stato un rivoluzionario e i risultati gli hanno dato ragione, penso ai tanti campioni che sono usciti dalla sua scuola come Borella, Cipressa, Dal Zotto e in campo femminile la Bortolozzi e la Vaccaroni, tutta gente che ha vinto medaglie olimpiche e mondiali”.
A proposito di Olimpiadi, Mauro Numa, lei è stato protagonista nel 1984 a Los Angeles, vincendo ben due medaglie d’oro. Che ricordi ha?
“Per un atleta l’Olimpiade è la massima ambizione e viverla è un’emozione molto forte. Ho avuto la possibilità di frequentare il villaggio olimpico e conoscere campioni di tutto il mondo e di ogni sport, la cerimonia di apertura al Memorial Coliseum di Los Angeles fu bellissima, lo stadio era pieno e le nazionali che sfilavano rendevano l’atmosfera ancora più bella e colorata. La gara poi trasferisce dentro di te tantissime sensazioni, quindi il solo partecipare è già bellissimo, vincere e salire sul gradino più alto del podio ti fanno vivere momenti che ti ricordi per tutta la vita”.
Finita l’attività agonistica la pedana però non si abbandona
“Sì, con la scherma si crea un rapporto speciale ed io, dopo aver terminato la mia carriera da schermidore, ho lavorato per la FIS (federazione italiana scherma), prima come consigliere e poi come vicepresidente. Sono anche diventato maestro e ho già avuto delle belle soddisfazioni, Martina Favaretto è una mia allieva, è vicecampionessa del mondo U20 e quest’anno ha vinto gli europei, sempre U20. Inoltre mi sto divertendo molto con l’Antoniana Scherma e da settembre, dopo essere stati fino ad adesso a Camposampiero, ci sposteremo a San Giorgio, sempre nel padovano. Nel territorio c’è sempre più interesse e da quest’anno avremo l’occasione di lavorare nella scuola, che conta un’ottantina di iscritti, con UgoGalli e AlbertoPellegrini, nazionale di sciabola. Oltre al fioretto, porteremo infatti anche la sciabola!”
Mauro Numa, come convincerebbe un giovane ragazzo e la sua famiglia ad iniziare a praticare scherma?
“La scherma è uno sport completo come pochi altri, richiede concentrazione, intelligenza e coordinazione. Lavora sul fisico e, soprattutto, sulla testa, essendo uno sport di ragionamento che ti porta a pensare e studiare l’azione. Alcuni genitori possono pensare che si tratti di uno sport pericoloso ma questo non è assolutamente vero, nella scherma, grazie a protezioni e maschere, gli incidenti sono rarissimi ed oggi le norme da seguire sono molte di più rispetto a quando io iniziai a gareggiare. Dunque.. vi aspetto!”