Lo storico e scrittore Vito Marcuzzo ha dato alle stampe per Gianni Sartori Editore “Guido, figlio del ventennio”. Non un semplice racconto, non un romanzo d’epoca. Ma molto di più. L’autore racconta, nella sua Oderzo, la vita vista dagli occhi di Guido, giovane cresciuto nella provincia veneta durante l’epoca del Fascio. Non una semplice avvincente war story abbiamo anticipato, ma la mera narrazione di ideali, di valori, certezze ed illusioni travolte dalla tragedia della guerra. Alla stesura del volume ha partecipato anche Renzo Toffoli, mentre la prefazione è a firma di Rita Ongetta.
Guido e il NordEst
Ricorrendo a numerose e rare fonti, circa un centinaio di documenti, per la maggior parte inediti, a numerose testimonianze, fotografie e il medesimo personaggio di Guido, l’autore racconta l’avvento del fascismo e il suo radicamento e conseguente sviluppo a Nord Est. Un vero e proprio recupero di fatti, personaggi e modi di vivere e pensare dell’epoca vengono riportati in queste 360 pagine corredate da circa 250 foto. Sfogliando ciascuna pagina il lettore fa un balzo indietro nel tempo, calandosi nella Oderzo fascista, respirandone il clima, il cambiamento, lo spirito.
Guido e le tradizioni
La lettura di “Guido, figlio del ventennio” consente il recupero di tradizioni, abitudini, stili di vita ormai neppure minimamente immaginabili. La ricostruzione, dettagliata e minuziosa, agevola il nostro ingresso nei paesi veneti e nelle province di un tempo, con rispettivi usi e costumi: passiamo dall’edificazione di vere e proprie istituzioni, simboli e monumenti legati alla figura del Duce, sino a varcare le soglie delle case di persone semplici, umili, di tutti i giorni. Una memoria storica per chi oggi risiede in quei luoghi, ma non solo. Eppure, nonostante il contesto storico, a meravigliare è la capacità dell’autore di presentare il suo protagonista, pur in tutto il suo orgoglio, spogliato di ogni simpatia politica.
Il commento
A colpire il lettore, oltre a quanto riportato sopra infatti, è proprio la pura passione del giovane protagonista per la Patria. Quella che lui considera la sua Italia, la sua casa, la sua famiglia e alla quale dedica ogni attimo della propria esistenza, persino questa stessa se necessario. Una riflessione su valori che ad oggi sono sempre più rari, ma necessari. In un mondo in cui i valori e le idee sono sempre meno considerate quali motore e cuore pulsante di un Paese, Marcuzzo riporta in auge ciò che più può avere senso per l’individuo: il proprio personale orgoglio.
Quasi ricalcando le orme dannunziane, l’autore fa muovere al suo Guido i passi di una marcia individuale ma non solitaria. Come la Ongetta riporta in prefazione: “Nessun sentimento di eroismo né di protagonismo, solo un forte senso del dovere, nessuna mira né ambizione personale, solo autentico altruismo e generosità, ispirati da ideali elevati, volti al bene della collettività: valori universali che trascendono qualsiasi periodo storico e sciolti da ogni situazione contingente”. Valori poi del tutto scomparsi? No, forse oggi semplicemente evolutisi, meno palesi, bisognosi di lavori quale il libro di Marcuzzo per risvegliarne la coscienza.