Dopo mesi di lockdown per evitare che il corona virus cagionasse vittime nel nostro Paese, oggi si assiste ad una nuova ripresa riguardante l’immigrazione. Mentre il governo Conte ha avuto il semaforo verde dai due rami del Parlamento di prorogare lo status di emergenza sino al 31 ottobre, un’altra grana si sta ripercuotendo sull’Italia. Come gestire due tsunami del coronavirus e dell’emorragia migratoria. Che possono causare preoccupazioni a livello di ordine pubblico e sociale.
L’immigrazione
Da giorni si assiste all’arrivo di migranti verso le coste italiane, provenienti non solo dalla Libia ma anche dalla Tunisia. Che, con la complicità di trafficanti di esseri umani, stanno raggiungendo la prima terraferma rappresentata dall’isola di Lampedusa. Ciò che preoccupa è il forte timore che possano esserci tra gli immigrati, che arrivano quotidianamente, molti con sintomi da Covid19.
La situazione italiana
L’impressione è che ora il nostro Paese si trovi tra l’incudine e il martello. Da una parte, deve affrontare il tema dell’accoglienza e dell’intervento immediato a livello sanitario per isolare coloro che abbiano il Covid19. Dall’altra, il richiamo dell’Unione europea al rispetto del principio del non respingimento dei migranti. Ma la questione resta una patata bollente affidata al nostro Paese. Che al suo interno deve scontrarsi con una barriera rappresentata dalle regioni del nord non disponibili ad accogliere i migranti per il timore che si possa diffondere il virus 19 e le regioni del sud. Che non hanno più disponibilità nei centri di accoglienza stracolmi. E che sta provocando molte proteste di cittadini.
Immigrazione e Ue
Cosa fare? Sappiamo che L’Unione europea, quando si tratta di fronteggiare il problema migratorio, si esprime con dichiarazioni ambigue. O, come spesso accade, se ne lava le mani. Difatti, in questi giorni, vi è stato l’appello del governo italiano nel chiedere maggiore supporto da parte delle Istituzioni dell’unione e degli Stati membri per trovare una soluzione celere al dramma migratorio che si sta vivendo. Ma, la risposta dell’Unione è stata fredda. Sostenendo che è compito dell’Italia occuparsi di tali difficoltà. Il cinismo dell’UE rispecchia anche quello di alcuni Stati membri. Che hanno già deciso con un secco no della loro disponibilità al ricollocamento dei migranti nei loro Paesi.
Immigrazione e cooperazione
Senza una forte cooperazione tra gli Stati membri dell’Unione, i due tsunami rischierebbero di travolgere non solo l’Italia, ma l’intera Europa. Se non si mettono da parte l’egoismo, l’isolazionismo e il far finta di nulla, lasciando sulle spalle dell’Italia la gestione migratoria, con altri problemi che vi fanno da contorno (si pensi al coronavirus, alla disoccupazione che continua a crescere e via discorrendo), allora non ci sono più ragioni che questa organizzazione internazionale a carattere regionale continui ad esistere.