Il teatro ha perso un grande, un grande che sapeva fare tutto e lo faceva con classe. Uno che sapeva sorridere e faceva sorridere. Uno che era capace di passare dal dramma classico alla commedia musicale, dal varietà televisivo allo sceneggiato negli anni d’oro della Rai, al cinema. Ciao Gianrico Tedeschi!
Chi era Gianrico
Gianrico Tedeschi, milanese, è morto a 100 anni compiuti. Attore lo era diventato in campo di prigionia dove era stato rinchiuso dopo l’8 settembre 1943. Era stato sul fronte greco, si era rifiutato di aderire alla Repubblica di Salò accanto ai nazifascisti. Rimase prigioniero, accanto a un altro destinato a diventare famoso, lo scrittore Giovanni Guareschi, l’autore di “Don Camillo”. Fu nel campo che Tedeschi, universitario alla Cattolica, recitò Pirandello tra gli internati e capì che quella sarebbe stata la sua strada. Rientrato dalla guerra si diplomò all’Accademia d’arte drammatica di Roma e incominciò la sua straordinaria e lunghissima carriera.
Sempre sul palco
Da Strehler a Visconti, da Goldoni a Shakespeare, sempre protagonista. Ma con l’arma del sorriso e del talento, attraversa tutti i mezzi dello spettacolo: dal teatro alla radio, dalla televisione al cinema, dalla commedia musicale alla pubblicità. Memorabili i suoi ruoli in “Enrico ‘61” accanto a Rascel, scritto dalla premiata ditta Garineri&Giovannini, e nell’adattamento di “My fair Lady”. Come entrano nel costume italiano i suoi Caroselli sulle caramelle Sperlari.
Gianrico dal teatro alla radio
Passa dal teatro con Ronconi, accanto a Rossella Falk e Anna Proclemer, alla radio a fianco di Raffaella Carrà. Diventa personaggio televisivo sia nello spettacolo leggero, con Bice Valori, sia nello sceneggiato che era a quel tempo la forma più popolare di diffusione della cultura.
Arriva anche il cinema
Senza trascurare il cinema nel quale approda già nel 1951 senza trascurare alcun genere: dalla commedia all’italiana al peplum, al cinema impegnato. Eccolo in “Susanna tutta panna”, ma anche nel “Federale” di Salce e nel memorabile “Brancaleone alle crociate”. Proprio il cinema registra la sua ultima apparizione, nel 2013, una recitazione straordinaria nei panni di un vecchio ispiratore della politica ridotto sulla sedia a rotelle e attaccato al respiratore. Ma sempre, in “Viva la libertà” di Roberto Andò, capace di far sorridere e di far riflettere.
Come ha sempre fatto in una carriera fortunata e durata quasi ottant’anni.