Ca’ della Nave è una splendida villa del Cinquecento immersa in uno dei più ampi e notevoli parchi secolari del paesaggio veneto. Il nome le deriva da un affresco sulla facciata raffigurante una galea veneziana. La villa è oggi di proprietà privata. Nella Barchessa e nel Parco risiede attualmente il Golf Club Ca’ della Nave, che promuove nel corso dell’anno numerosi eventi sportivi. Nelle immediate adiacenze della villa hanno sede vari enti privati ed aziende locali. L’antico Oratorio della villa, recentemente restaurato, è utilizzato per mostre e attività di formazione (corsi, workshops, ecc.).
All’interno del parco vi sono attrezzatissimi campi da golf, campi da tennis, una piscina, un bar e un ristorante. Le pregiate Cantine della villa, rinomate per le antiche botti di rovere dipinte, ospitano a loro volta un elegante ristorante ove si allestiscono banchetti matrimoniali e cene di gala. La Barchessa della Villa è inoltre dotata di una grande Sala Auditorium, dove ogni anno si svolgono congressi, spettacoli teatrali ed eventi culturali ed artistici. La Foresteria, decorata da preziosi affreschi, ospita importanti appuntamenti nel corso dell’anno. Come tutte le attività ha subito il lockdown. Per sapere come si sta evolvendo la situazione ne abbiamo parlato con il Direttore Luigino Conti.
Ca’ della Nave è un’eccellenza veneta nel golf. Come è nata questa realtà?
“Ca’ della Nave nasce da un’idea di un pool di imprenditori milanesi e veneziani. Rilevando i terreni e la splendida Villa patrizia del XVI denominata Villa Grimani Morosini. Per il disegno del percorso si sono avvalsi del celebre campione USA Arnold Palmer. Noto progettista di campi da golf nel mondo, che ispirandosi alla vicina Venezia ha disseminato le 18 buche di ostacoli d’acqua. Il percorso è stato inaugurato nel 1988 con l’Open d’Italia femminile vinto da Laura Davies”.
Il suo circuito è stato riconosciuto anche a livello internazionale. Un grande riconoscimento?
“Primo dei tre percorsi disegnati da Arnold Palmer in Italia alla fine degli anni 80 è considerato, a tutt’oggi, fra i migliori campi da competizione realizzati. Grazie alla sua estensione su 70 ettari e un mix di tecnica ed estetica di prim’ordine, Ca’ della Nave viene apprezzato anche dagli ospiti stranieri che considerano la firma di Palmer sinonimo di eccellenza”.
Oggi Ca’ della Nave vanta un gran numero di associati da tutto il Veneto. Come ha raggiunto questo traguardo?
“Effettivamente il parco Soci copre tutte le province del Veneto. E il merito di questo gradimento è da attribuire al disegno del percorso e alla qualità dei servizi offerti. Per noi il Socio o l’ospite della struttura è sacro. Deve sentirsi a proprio agio, coccolato. La sensazione deve essere quella di sentirsi a casa. Non per ultimo gioca a favore anche il fattore comodità. Infatti la presenza del passante e del casello autostradale di Martellago/Scorzè ha reso estremamente più facile raggiungere la struttura”.
Ca’ della Nave offre ai suoi ospiti un trattamento di riguardo. Ha bar, club house, piscine e, inoltre, ospita anche manifestazioni non legate solamente al golf. Un esempio da seguire per le altre realtà?
“Diciamo che “il non solo golf” di Ca’ della Nave spazia da eventi congressuali, a spettacoli di cabaret e concerti. Presentazioni di libri, tavole rotonde sui temi più scottanti del momento. A differenza di altri Golf Club, con dimensioni più contenute, riusciamo ad organizzare tutto ciò grazie alla presenza di varie locations all’interno del complesso. Dalla barchessa meeting, alla barchessa Affrescata e alle Cantine di Villa Grimani”.
Come ha creato queste sinergie?
“Sei anni e mezzo fa, quando ho iniziato la gestione di Ca’ della Nave, ho cercato di aprire alla comunità e sdoganare l’idea che il golf e di conseguenza i Golf Club fossero luoghi chiusi. O riservati a pochi eletti. Grazie a questa “apertura”, ora la maggior parte degli eventi viene organizzata in collaborazione con il Comune o la Pro Loco di Martellago”.
Come è cambiato il mondo del golf dopo l’emergenza Covid?
“Diciamo che come tutte le attività sportive anche i golfisti, attraverso le disposizioni Federali dettate dal DCPM, hanno modificato le proprie abitudini. Con la riapertura ai primi di maggio dove i giocatori armati di mascherine, guanti ed igienizzante non potevano utilizzare gli spogliatoi, il bar ristorante e comunque tutti i luoghi di aggregazione, si è passati piano piano ad un ammorbidimento delle disposizioni già dette. Soprattutto per quanto riguarda le competizioni che sono la linfa vitale dei Circoli”.
Alla luce dei nuovi regolamenti DCPM trova che il movimento golfistico può crescere e rinascere dalle sue ceneri dovute al Lockdown o ha subito un arresto?
“Partendo dal fatto che è uno sport meraviglioso che si gioca all’aperto, su percorsi che si estendono per più di 40 ettari, con rischio assembramento praticamente nullo, il golf deve essere considerato un toccasana. Dalla riapertura ad oggi abbiamo registrato un aumento delle richieste di corsi di avvicinamento. Il fatto di essere stati rinchiusi in casa per più di 2 mesi ha giocato un ruolo importante in questo incremento. Bisogna sfatare inoltre il mito che il golf è uno sport costoso. Nulla di più falso. Con 300,00 € si può acquistare una sacca completa. E se hai dai 30 ai 40 anni con poco più di 1000 € puoi farti socio. E giocare tutti i giorni presso la nostra struttura”.